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La nave dei folli. Regia e drammaturgia: Luigi Imperato e Silvana Pirone.

Con: Annamaria Palomba, Silvana Pirone, Domenico Santo, Salvatore Veneruso. Costumi e scene: Luigi Imperato e Silvana Pirone. Foto di scena: Rosario Dovere e Santiago Faraone Mennella Disegno Luci: Paco Summonte

Co-produzione: Officinae Efesti

Personaggi grotteschi segnati dalla follia. Sono vittime dell’emarginazione, prigionieri del viaggio, immobili sulla soglia dell’esilio. Vengono condotti al loro destino con l’inganno: imbarcati con l’illusione di un pellegrinaggio salvifico.

Note di regia

La nave dei folli accoglie corpi-relitti, storie di oltraggi, di umanità ripudiata. Anime sopravvissute a se stesse, personaggi senza più nome in un ambiente senza più nome: brandelli di esistenze appartenute forse ad alcuni ma ormai rifiutate, come si rifiutano oggetti vecchi in cui non ci si riconosce più e che denunciano una parte di sé. Quella parte che è comodo non mostrare e soprattutto non guardare.

I nostri folli aspirano ad aggirarsi nelle nostre menti e sotto la nostra pelle, godono a metterci di fronte ad un dubbio, uno specchio distorto che ci fa domande e che non sa dare risposte. Loro stessi vivono nel continuo dubbio della realtà che li esula a volte esitanti nel credere a se stessi: si sorprendono a fingere, a recitare ruoli o a sentirsene doppi involontari. Sono soli eppure uniti dalla comune solitudine, si tengono per mano, si abbracciano in un amplesso di male comune, ma si fanno anche la guerra, si odiano, si amano e sperano. Sono uomini.

La nostra attenzione non è concentrata sulla follia come stato psichico, ma sulla ritualizzazione scenica dell’esilio che si trasforma lentamente nel rito del ricordo e della disperazione.

Lo spettacolo ha debuttato nella terza edizione di Eruzioni Festival, con la direzione artistica di Agostino Riitano.

 

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