𝗣𝗲𝗿 𝘂𝗻 𝘁𝗲𝗮𝘁𝗿𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗶𝗺𝗽𝗲𝗴𝗻𝗼 𝗰𝗶𝘃𝗶𝗹𝗲 𝗲 𝗱𝗶 𝗱𝗲𝗻𝘂𝗻𝗰𝗶𝗮 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲
La realtà della vita è ben diversa, ci sono prove da superare e ostacoli che all’improvviso si ergono come muri e labirinti senza via d’uscita. Incominciai a lavorare in un modesto ufficio automobilistico e il lavoro che dovevo fare non era un contributo al miglioramento culturale cui aspiravo, ma solo un po’ di colla da applicare su ogni libretto per farvi aderire il bollo della tassa automobilistica pagata dal proprietario dell’auto. Sul tavolo arrivavano centinaia di libretti di circolazione soprattutto da parte di autotrasportatori e camionisti: alcuni libretti era tenuti in ordine mentre altri erano sporchi ed avevano un cattivo odore. Non ero la sola a lavorare a quel tavolo, eravamo cinque persone, il ritmo del tempo era incalzante, si iniziava a lavorare alle ore 8,30 del mattino per terminare alle 14,30 senza poter interrompere un attimo per poter prendere un bicchiere d’acqua, una bevanda calda o una merendina. Un giorno verso le ore 11.00 provai a fare una pausa e andai nel bagno per consumare una merendina che avevo portato da casa. Il bagno aveva un odore nauseabondo, lo stesso che era impregnato sui libretti; peraltro la porta non si chiudeva bene; chiunque senza bussare poteva entrare. E quel giorno così fu, la porta si aprì improvvisamente. Ero seminuda quando entrò un operaio addetto alle pulizie; egli con occhi stupiti ed un sorriso sornione mi guardò e mi spinse verso il muro; con le sue braccia muscolose mi tenne ferma, tentai di divincolarmi ma non avevo la sua stessa forza ed egli cercò di usarmi violenza. Quasi svenni ma subito mi ripresi e urlai con tutta la forza che avevo in gola “Il corpo è sacro, il corpo è sacro, non si uccide l’innocenza di una fanciulla”. Egli mi lasciò e caddi a terra semi svenuta. Non ricordo dopo quanto tempo mi ripresi, forse mi vennero a cercare, forse no e non ricordo il volto di quella persona per poterla denunciare. Ma da quel giorno il sipario della mia vita calò tristemente sulla gioia della vita di una fanciulla in crescita.
(Testo e interpretazione di Loretta Conte, 76 anni, abitante temporanea del processo creativo di happening of human books)
Frame video di Antonello De Rosa. Montaggio di Officinae Efesti
Direzione artistica, coordinamento e vision di Stefania Piccolo ~ assistenza alla scena di Lidia Cangiano ~ segreteria organizzativa, visual artist e foto di cortesia di Giorgia Bisanti ~ sound designer: Mario Autore ~ tecnico del suono: Giovanni Sbarra ~ scenografo: Filippo Stasi ~ assistente scenografo: Navarro Angelo ~ costumi di Patrizia Barone
Progetto inserito nel programma di: Procida 2022 – Capitale Italiana della Cultura | Comune Di Procida | Carcere Femminile di Pozzuoli