Quelle porte che segnavano le soglie del labirinto – scene di Happening of Human Books a Procida Capitale!
Il rapporto con l’amico/collega Angelo Navarro, con il quale ho condiviso l’allestimento di ‘Happening of human books’, è cominciato molto prima dell’esperienza procidana. Insieme abbiamo collaborato a numerose scene appoggiandoci l’un l’altro e quindi non poteva che essere così anche per questa nuova avventura.
Catapultati all’interno della bottega dei misteri a Procida, laboratorio storico dell’isola, ci trovammo a dover raffigurare quello che il testo de l’immortale di Borges ci sussurrava. Sotto le indicazioni della dirompente Stefania Piccolo, guida indistruttibile dell’intera performance, abbiamo dato vita a un nuovo spazio scenico: sempre in movimento.
Quasi come le porte tebane, 9 porte segnavano le soglie del labirinto, sempre mobili, sempre in divenire, vissute, raccontante. Una lingua di sabbia e parole conduceva i viandanti verso la conoscenza, cullati da un celo marittimo e guidati da poche luci, utili al percorso.
Realizzare la scena, idearla, insieme ad un gruppo non più di colleghi ma di amici/ coinquilini è stata l’esatta metafora della performance.
“Happening of human books” è un viaggio verso se stessi, una realizzazione del sé.
Restituire noi stessi allo spettacolo era un nostro dovere! Viaggiare tra le mura procidane per poi ritrovarsi tra le mura domestiche tutti insieme, era quella la vera opera d’arte. Un tripudio di sollecitazioni in continuo divenire utili al raggiungimento del nostro obiettivo: dare vita alle parole del testo.
La scena, la realizzazione di essa, ormai cavalcava da sola, ogni elemento comunicava con l’altro come Angelo ed io comunicavamo tra noi. Non c’era bisogno di un disegno, era tutto tangibile intorno a noi, dovevamo solo saperlo cogliere e questo credo che spetta a voi dirlo.

Angelo Navarro e Filippo Stasi scenografi Happening of Human Books

Angelo Navarro e Filippo Stasi scenografi Happening of Human Books