Mario Autore: un’artista poliedrico da “I fratelli De Filippo” di Sergio Rubini a sound designer per “Happening of Human Books” – ideazione Officinae Efesti produzione di Procida Capitale della Cultura 2022
![Sergio Rubini con Mario Autore photo by Eduardo Castaldo](https://efesti.org/wp-content/uploads/2022/12/Sergio-Rubini-Domenico-Pinelli-Anna-Ferraioli-Ravel-Mario-Autore-photo-by-Eduardo-Castaldo-2982-2021-1-1024x682-1-300x200.jpg)
Sergio Rubini Domenico Pinelli Anna Ferraioli Ravel Mario Autore photo by Eduardo Castaldo
![](https://efesti.org/wp-content/uploads/2023/07/Staff-Happening-300x225.jpg)
Mario Autore nello staff di Happening of Human Books- Procida 2022
Un’intervista al giovane artista:
Cosa è stato per te il progetto “Happening of Human Books?” cosa ti ha lasciato? Cosa facevi nel progetto? O cosa hai voglia di raccontarci?
Ho partecipato a Procida 2022 perché un’amica mi chiese se ero interessato a un progetto in cui serviva un sound designer. Io lavoro solitamente come compositore ma ho esperienza come fonico e il progetto – nella parte sonora – mi sembrava molto interessante e stimolante e ho accettato volentieri di salire a bordo della nave, anche se all’ultimo minuto.
Non mi sbagliavo. Come spesso accade nelle situazioni in cui le forme artistiche incontrano degli attori non professionisti, l’esperienza si è rivelata ricchissima, sul versante artistico ma soprattutto su quello umano.
Ho incontrato un gruppo di persone unite verso un obiettivo che ciascuno a suo modo percepiva come prezioso. La voglia di raccontare e raccontarsi poggiava sulla propria storia personale, su motivazioni difficili da comprendere ma evidenti e potenti. Mi sono immerso per poco più di una settimana in un tipo di comunità, quella di un piccolo paese, in questo caso addirittura di un’isola, che solitamente sfioriamo per brevi e specifici momenti ma con cui difficilmente entriamo in contatto nella sua quotidianità. E anche in questo caso mi è rimasta bene impressa la loro percezione della straordinarietà dell’evento.
https://www.raiplaysound.it/audio/2022/11/Gente-di-Procida-S02E05-La-scena-di-tutti-0cfe7911-576e-48f3-9151-30707c12e685.html
Una percezione che spesso chi ha reso il teatro la sua professione ha conosciuto all’inizio e poi dimenticato nella routine. E’ questa percezione che ancora oggi porto con me.
– Cos’è l’immortalità? Cosa possiamo fare per non dimenticare le persone? E tu cosa fai per alimentare la memoria?
Sicuramente persistere nel ricordo di chi ci ha conosciuti è una delle pochissime forme di immortalità a cui noi uomini possiamo aspirare. O che possiamo desiderare per gli altri, i nostri cari prima di tutto. Ma come si conserva o preserva un ricordo? Questa è una domanda veramente complicata. Mi viene in mente che la maggior parte delle volte tendiamo piuttosto a voler dimenticare che a voler ricordare. E tentare di dimenticare sembra quasi sempre il modo migliore per ricordare. E forse lo è. L’elaborazione di un lutto: che si tratti di una persona defunta o di un amore finito è sempre con una fine che abbiamo a che fare. E penso che al di là della fine resta comunque qualcosa. Resta quello che le persone ci hanno insegnato, passato, quella quota di loro stessi che è diventata una parte di noi. Non parlo di ricordo come immagine mentale, ma come abitudini, sguardi singolari, comportamenti che noi abbiamo appreso, associati a quella persona e che però, scomparsa la persona, continuano ad accompagnarci al di là di lei. Io, per non dimenticare, cerco sempre di accorgermi, ogni volta che penso a qualcosa o che faccio qualcosa, da chi ho rubato, chi mi ha lasciato quella cosa. E’ questa la finestra che di solito tengo aperta, per quanto riesco, sul passato.