Essere pronti è tutto. Il corpo che racconta. Corpo e spazio a cura di Stefania Piccolo. Performer: Baptiste Camus, Renato Gatto, Marilisa Mautone, Stefania Piccolo. Dimostrazione scenica sul metodo del teatro fisico ed espressione corporea attorno ai testi di L’immortale di Borges, Ruy Blas di Victor Hugo, Ce que peut l’Historie, lecon inaugurale au Collège de France di Patrick Boucheron e All’amato me stesso di Vladimir Majakovskij, esito del Laboratorio teatrale interculturale “Radici”, tenutosi all’Ex Opg di Napoli e alla Casa della cultura di Pianura tra l’ottobre 2016 e il maggio del 2017.
Il primo tema di interesse che si manifesta è quello del viaggio e della ricerca. Il labirinto, come simbolo di angoscia e confusione, si ritrova spesso nell’opera di Borges, quasi come fosse un fil rouge che collega gli altri temi: pazzia, paura, immortalità, dolore. L’ossessione e mania dei potenti per l’immortalità non ci permette di godere del presente e quando, finalmente, apriamo gli occhi ci rendiamo conto dell’orrore che ci aspetterebbe se solo ci venisse data la possibilità di essere davvero immortali. Proprio attraverso l’immortalità, gli uomini perdono la loro umanità, ciò che caratterizza la loro vita: il gusto per l’avventura, l’amore per la conoscenza, l’interesse reciproco. Raggiungere la dimensione tanto agognata di immortale ci toglie quello che avevamo tanta paura di perdere: la scintilla della vita, la capacità di essere davvero vivi. Quindi può e deve avvenire una metamorfosi, la storia che fa da sfondo al dramma, il tema dell’amore e della fatalità delle condizioni sociali.
“Human, performance di un incursione umana” è un studio che si è sviluppato al Pontile di Bagnoli di Napoli tra febbraio e giugno del 2017.
Ringraziamo per la parte coreografica, il danzatore senegalese: Moussa Coulibaly, per il supporto registico e scenico: Valentina Viscione, per le riprese e le immagini: Marilisa Mautone, Marina Palumbo, Marcello Santojanni.