Le mani, la testa, il cuore di Gennaro Caruso: riflessioni di un esperto per il progetto “La Grande Bellezza”.
Sembra che la frase “Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un artista” sia attribuita a S. Francesco d’Assisi.
Una visione pienamente condivisibile, che ci vede impegnati in una disputa con noi stessi in merito a ciò che facciamo. Stabilire cosa sia arte e cosa non lo è.
“Ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi” …che qualcuno ha fatto passare per arte, ma che di artistico avevano ben poco. E allora? Cos’è l’arte? Ma soprattutto, chi è l’artista?
Picasso aveva detto – A quattro anni dipingevo come Raffaello, poi ho impiegato una vita per imparare a dipingere come un bambino. – e ancora – Tutti i bambini sono degli artisti nati; il difficile sta nel fatto di restarlo da grandi.
– Ed ecco che in me si è insinuato il dubbio. – Mica saranno loro? Si, loro! I bambini! –
Ripenso a San Francesco e a Picasso. Ripenso alle loro frasi e in un’estasi tra il sacro e il profano li vedo fare di si con la testa. A me il dubbio è svanito in un attimo, altri sono ancora scettici. Sono scettici perché non sanno cosa possono fare i bambini. Io invece ho avuto la fortuna di lavorare con loro.
Ho visto i loro occhi. Occhi vivaci, che seguivano i miei gesti per poterli replicare all’istante. Ho visto le loro mani costruire, dipingere, tagliare, piegare, scrivere, disegnare, manipolare la “materia”, con una forza espressiva da fare invidia a Pollock.
Li ho visti buttare il cuore oltre l’ostacolo con una leggerezza disarmante. Nessuno di loro ha mai agito senza metterci le mani, la testa e il cuore.
Ecco perché un bambino è di sicuro un artista.
Un’esperienza quella con i bambini che ti impone di guardare al mondo da un altro punto di vista, che ti insegna cos’è la bellezza e come riconoscerla.
Questi bambini diventeranno presto adolescenti e li immagino a sfidare il mondo degli adulti come Greta Thunberg a Stoccolma o come Simone a Torre Maura.
E ora mi ritrovo a pensare a tutte le volte in cui ci misuriamo con i nostri limiti, con le nostre incertezze, a tutto il carico di inutili sovrastrutture che ci portiamo dietro. Ma poi penso a tutti quei bambini e ragazzi con i quali ho lavorato in questi mesi e tutto diventa più leggero. E mi convinco sempre di più che “la grande bellezza” fosse in loro dal primo momento, come il sacro fuoco dell’arte.
Che “La grande bellezza” sia nei loro sguardi, nei loro sorrisi e in tutte le parole dette o appena accennate. Che “La grande bellezza” sia il loro mondo, nel quale mi hanno concesso di entrare e dal quale esco come un uomo migliore.
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La storia della fragola, della patata e del leone
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Genni Caruso, un tecnico del suono, un’amante del teatro, della digitalizzazione e del bello. Attivo anche nel campo dell’audiovisivo. Da alcuni anni si è dedicato alla grafica pubblicitaria ed editoriale. Docente/ esperto per il modulo “Schoolkit” nelle Scuole: IC Aldo Moro di Casalnuovo, Scuola Media Statale Caporale di Acerra e Liceo Scientifico Majorana di Monterusciello.